“Quante volte, abbiamo fatto un “rito”.  Prima di una partita a calcio, magari legandosi prima la stringa della scarpa sinistra. Eppure abbiamo dimenticato uno dei riti che, almeno per la mia generazione e per quella precedente, era forse il rito pagano più diffuso, e forse anche il più bello , nei contenuti.

 “Mi riferisco a quando si ascoltavano i dischi. La musica alla radio era quella che ci propinava la Rai, che alternava un po’ troppo spesso discorsi infiniti ai rari brani, che non erano neppure dei più nuovi, oppure quella che Radiomontecarlo, poi pioniera dell’FM (prima
andavano tutte su AM) con una bufera di freschezza, ci faceva ascoltare. Quindi già il primo rito era andare a comperare il disco. Quale prendere, primo impaccio, un disco costava, e ponderare l’acquisto era importante. Ci potevamo accontentare di un paio di brani, con un 45 giri, oppure, se in palanca, osare un 33 giri, una decina di brani”.
“Il momento dell’ascolto, Il profumo del cartone stampato del long playing, che ti saliva su per il naso appena lo liberavi dal cellophane, allargavi la mano per adagiare sul pollice il lato esterno del disco, e mettevi l’indice al centro, in zona franca dove era stampato titolo, autori, interpreti e titoli. Prendendolo per i due bordi esterni, poi, veniva adagiato sul “piatto”, il supporto che girava , appunto a 33 o 45 giri al minuto. A quel punto tirandolo su con il polpastrello dell’indice della mano destra, accompagnavamo la “testina” del “braccetto” del “piatto” sul solco desiderato, che appena si notava sul fondo nero qual era il vinile, adagiando l’appendice, la “puntina”, sul solco stesso, che, se ben centrato, ti dava almeno 2 o 3 secondi di silenzio, per poi iniziare l’ascolto del “tuo” brano.
3 minuti, a volte 4 per i 45 giri, 15, a volte 20 minuti per il 33, poi andava “girato”, perché c’era l’altra metà”.
“Pare di parlare di roba preistorica, eppure molti di noi hanno ancora in casa, in soffitta, in cantina, nascosti, quei dischi, quegli elaborati di vinile che rappresentano frammenti di storia, momenti belli e meno belli, ma personali, non son foto, parafrasando un brano di Vasco, “ognuno col suo viaggio, ognuno diverso, ognuno, in fondo, perso dentro i fatti suoi”. Il 18 giugno, in occasione della “Notte Bianca”, a Viareggio, organizzeremo la notte del Vinile, ognuno porterà i dischi che vuole, li ascolteremo assieme, e non mancheranno altre piacevoli novità! Durante la “Notte Bianca”, tra le altre iniziative che la passeggiata a mare di Viareggio offrirà, ci saremo anche noi: http://ristseagull.wix.com/seagull
 di Carlo Questa
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ultimo aggiornamento: 25-05-2016


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